Frammenti in-consci, tra segno, spazio e poesia.
Anna Boschi, per oltre un quarantennio di attività artistica ha utilizzato in modo assiduo la linea, il collage e il colore. E’ stata da sempre attratta dalla parola e dai materiali; un tempo le sue “scritture” contenevano lo stratificarsi di carte e frammenti di giornale in una sorta di oscuri “sudari anemici” che misteriosamente affioravano in attesa di un possibile svelamento. Pagine scritte e frammenti di poesia messa per un momento a decantare, scrittura come traccia ermetica di un messaggio poetico non del tutto svelato e in quando tale teso in una dimensione ancora provvisoria. Garze come frammenti di intime passioni, come pagine di un libro in cui la scrittura, timidamente s’insinua tra le trame dell’immacolato tessuto per integrarsi in sofferto ma intenso rapporto comunicativo.
L’artista emiliana inizia l’attività artistica alla fine degli anni sessanta approdando ben presto ad un linguaggio maturo incentrato essenzialmente sul rapporto segno-scrittura e parola-immagine. Segni come di una scrittura stratificata tracciata per “appunti”. Le opere della fine degli anni novanta li chiamava “scritture” per questa sorta di proficua interazione tra la parola e la pagina scritta. Definiamola pure “Nuova Scrittura, Poesia Visiva, Visual Poetry”, sta di fatto che la “parola poetica” nelle diverse e possibili variazioni ha la possibilità di essere incisiva e di grande impatto espressivo con la conseguente capacità di inabissarsi a livelli più profondi per poi ri-emergere in dinamiche del tutto inaspettate e imprevedibili. Lamberto Pignotti, giustamente, parla di “Metonimia” in cui il significante ha definitivamente sostituito il vero significato, con “un sovraccarico” e uno slittamento del senso e del significato della parola. C’è da segnalare che non tutto viene completamente svelato; a dire il vero, alcune parole emergono dal flusso della scrittura evidenziandosi in modo prepotente e più compiuto, molto spesso, però, rimane anche assorbita o intrappolata nel tessuto fluido della superficie dell’opera in attesa di essere opportunamente decifrata.
Un viaggio in divenire, trascorrente, pregno di sovrapposizioni e stratificazioni di tracce di pensiero che emergono in una dimensione seppur labile. Ciò che ha fatto Anna Boschi in tanti anni di attività è disseminare frammenti di senso oscuro in attesa che qualcuno possa concretamente raccoglierli e interpretarli. Insomma, una sorta di “appunti privati” in cui si evidenzia un lento e inesorabile trascorrere del tempo inteso come flusso in costante movimento capace di metamorfizzarsi in segni emotivi e in scarti poetici. Di certo, la ricerca, l’invenzione e l’interpretazione del presente hanno bisogno di strumenti nuovi atti a mettere a fuoco e definire una nuova e possibile strategia. Segno, scrittura, calligrafia e colore si depositano sulla superficie dell’opera sedimentandosi in lacerti di colore e in “parole incantate” che s’intrecciano tra loro alla ricerca di un nuovo e possibile ordine. Il collage, poi, è stato l’altro strumento essenziale che ha permesso all’artista bolognese di mettere a fuoco tale problematica.
Nelle recenti opere le “calligrafie” di Anna Boschi si “relazionano tra loro” per dare vita ad una “weltanschauung” del tutto originale supportata dall’uso del collage e anche dell’immagine che si integrano ora alla ricerca di una nuova forma, in un diverso accordo poetico con il fattivo contributo di diversi materiali che partecipano attivamente ad un vibrare armonico e libero. La ricerca dell’artista bolognese è stata ancorata, da sempre, all’evento temporale che non viene mai definito e trattato in modo consequenziale come un normale e semplice racconto. Infatti, è la magia dell’apparizione che ha innervato in questi lunghi anni tutto il suo lavoro con presenze e frammenti di materia trovata e riutilizzata come per esempio la carta e i cartoni o come le scritte di un libro o di un giornale. “Calligrafie, la vita segreta delle parole, il silenzio delle parole, per parole e immagini”, sono solo alcuni titoli di mostre che Anna Boschi ha realizzato durante questi lunghi 40 anni di attività.
Oggi, con i “progetti in-consci” del 2013, il tempo sembra che voglia davvero dilatarsi a dismisura con la materia che si trasforma in lievi e soavi impasti e in delicate tonalità, con il conseguente affioramento di “sottili incanti” che contagiano compiutamente gran parte dello spazio pittorico.
Un procedere decisamente assorto verso un altrove possibile; con le “Mappe Geography” il dilatarsi dello spazio e del tempo incorporano opportunamente tracce e frammenti di essenza in-conscia tra un divenire essenzialmente mobile, in un rapporto di pura e collaborativa integrazione. Un tempo era la grafia e l’apparizione, ora è il colore e lo spazio dilatato “noosferico” a interessare l’artista emiliana. Prima era il sudario e l’oscuro mistero, ora e la geografia degli spazi dilatati che diventano luoghi d’interesse e d’indagine conoscitiva. Nelle ultime opere, inoltre, si notano in prossimità delle periferie delle tavole, zone di collage tra immagine e parola concepiti come momenti provvisori di stasi prima di un nuovo e altro incedere dentro la superficie dell’opera. Tracce e grafie, quindi, definite come memorie di tempo evanescente, mappe geometriche e nel contempo geografiche che si dilatano a dismisura in delicate superfici di lilla brillanti e di grigi lucenti che sembrano distese infinite. Sottili ansie affiorano a tratti qua e là. L’opera, tra la ricerca di un ordine e il momentaneo disordine raccoglie i “frammenti in-consci del nostro precario esistere” e si fa luogo e campo di insolite apparizioni percettive alla ricerca di un nuovo valore e significato da assegnare al mistero delle cose. Giovanni Bonanno, luglio 2013
Anna Boschi è nata a Castel S.Pietro Terme-BO. Inizia il suo percorso alla fine degli anni Sessanta, privilegiando la sperimentazione dei materiali. Espone dal 1974 e dal 1982 si dedica esclusivamente all’attività artistica e a tutt’oggi ha al suo attivo oltre cinquanta personali e numerose mostre di gruppo in Italia e all’estero. Nel corso della sua ricerca rivolge particolare attenzione alla Poesia Visiva e ai Libri d’artista-Libri-oggetto, partecipando a rassegne internazionali con opere in cui il segno-scrittura si pone in collisione con l’immagine- Dal 1984 entra a far parte del circuito della Mail Art (Arte Postale) partecipando a mostre internazionali, dando vita ad un ampio archivio ed è promotrice a sua volta di ventitre progetti (di cui dieci curati per il Comune di Castel S.Pietro Terme-Bologna). Dal 1993 al 1997 ha organizzato i “Mailartincontriamoci a Castel S.Pietro Terme”, eventi di performances, installazioni e azioni poetiche. Nel 2003 ha preso parte alla Biennale di Venezia con il Gruppo Brain Academy Apartment – “Sezione Extra 50”. Molti cataloghi e antologie documentano il suo lavoro (anche “A point of View-Visual Poetry, the 90s” – a cura di Dmitri Bulatov – Kaliningrad-Russia e Art-Books in Italy – 1960-1998 a cura di by Liliana Dematteis – Giorgio Maffei). Successivamente inaugura al PYRAMIDA Center for Contemporary Art di Haifa (Israele) la personale di Poesia Visiva “My Moticos for a Peace Network”, a cura di Avraham Eilat. Nel luglio 2006 – in collaborazione con Mediateca delle Marche e MUSINF di Senigallia – è invitata ad allestire la mostra “Omaggio a Ray Johnson” in occasione della inaugurazione del Civico Museo di Montecarotto (AN). Nello stesso mese, in occasione del DADA al MOMA Museum, partecipa a New York al “Dadaweek”, un meeting relativo alla New York Correspondance School & Bay Area Dadaists sul tema Dada-Fluxus-Mail Art Internazionale. Nel settembre 2007 espone nella mostra “PER PAROLE E IMMAGINI” – Tra poesia visiva ed espressioni segniche – allestita presso il Museo Bargellini di Pieve di Cento, a cura di Vittoria Coen. Nel mese di maggio 2008 prende parte alla Rassegna “LA PAROLA MOSTRA IL SUO CORPO” – forme della verbovisualità contemporanea – presso il Museo della Carale Accattino di Ivrea. Nel 2009 è invitata alla Retrospettiva “Ray Johnson, please add to & return” presso la Galleria Raven Row di Londra, dove ha presentato il libro “Ray Johnson e la Mail Art – Retrospettive e testimonianze”. Nel mese di settembre 2010 organizza per conto del Comune di Castel S.Pietro Terme la rassegna ARTBOOKS IN ARCHIVIO – esposizione internazionale di libri d’artista/libri-oggetto in concomitanza e con il logo di ARTELIBRO a Bologna. Nel 2012 organizza ed allestisce presso il Civico Museo della Grafica e della Mail Art di Montecarotto-AN e presso la Galleria d’Arte Contemporanea di Castel S.Pietro Terme-BO – la rassegna internazionale dedicata al cinquantesimo della Mail Art : “1962-2012 – 50 YEARS OF MAIL ART in homage to Ray Johnson” con la partecipazione di 400 Artisti di 37 Nazioni.